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Riproduzione della statua equestre del Marc'Aurelio sulla piazza del Campidoglio in Roma

Il 19 aprile 1997 con una solenne cerimonia fu collocata la copia della statua del Marco Aurelio in Campidoglio, recuperando finalmente l’unità monumentale di una delle più belle piazze in Italia, dopo la rimozione dell’originale che - restaurato - è oggi esposto nei Musei Capitolini sempre in Campidoglio.

La riproduzione in bronzo è stata realizzata grazie a una convenzione fra il Comune di Roma, il Ministero per i Beni Culturali, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e la RAS. Si è trattato di un lavoro lungo e complesso che ha richiesto un alto grado di specializzazione tecnica congiunta ad elevate capacità artistiche e professionali.

La fragilità e la scarsa adesione al bronzo della doratura residua non hanno consentito di realizzare la copia del Marco Aurelio secondo la tecnica del calco diretto che avrebbe danneggiato la patina superficiale ed asportato l’oro residuo. Fu quindi scelta la soluzione di realizzare il monumento tramite la creazione di un modello fotogrammetrico (di fatto due modelli, uno per il cavaliere e uno per il cavallo) su cui poi fu modellato e realizzato il monumento.

Il modello fotogrammetrico fu realizzato presso l’Istituto Centrale per il Restauro, Laboratorio di Fisica con un sistema messo a punto ed adottato per la prima volta su un’opera scultorea di modellato molto articolato e di notevoli dimensioni (4x4,1x2,3 metri). Dal rilievo fotogrammetrico, eseguito mediante la campionatura di 463.489 punti per il cavallo e di 478.154 punti per il cavaliere, si è passati al modello fotogrammetrico mediante la creazione di un apposito software. Il software ha guidato particolari fresatrici a controllo numerico che hanno tagliato per sezioni lastre di cloruro di polivinile di 5 mm di spessore. Le sezioni sono state assemblate su un struttura portante in acciaio costituendo così il modello fotogrammetrico del monumento. Per compensare il ritiro che il bronzo subisce nel procedimento di fusione a cera persa è stato calcolato un aumento dimensionale del modello pari al 2%. In questo modo la copia ha le stesse misure dell’originale, mentre se fosse stato effettuato un calco diretto, la riproduzione sarebbe stata sensibilmente più piccola.

Il 21 aprile 1995 il modello fotogrammetrico fu trasferito in Campidoglio dove fu allestito un cantiere apposito nel cortile del Museo capitolino, accessibile ai visitatori che hanno così potuto prendere parte alla realizzazione della copia attraverso la visione diretta dei lavori.

Tutte le fasi successive del lavoro per la realizzazione del monumento vero e proprio sono state affidate alla Zecca e Scuola dell’Arte della Medaglia con il coordinamento generale di Laura Cretara direttrice della Scuola. A diretto contatto con la statua bronzea per i necessari raffronti visivi, 12 giovani artisti della Scuola dell’Arte della Medaglia, guidati da Guido Veroi come direttore artistico, modellarono cavallo e cavaliere manualmente con materiale plastico sulla base fotogrammetrica. Si è proceduto con una prima applicazione di plastilina cerosa particolarmente dura a colmare le scalettature della fotogrammetria lasciandone appena visibile il ciglio, a cui è seguito un secondo strato non superiore ai 2 mm di spessore. Ogni particolare dell’originale è stato riprodotto: vene , muscoli, modulazioni vibranti della pelle, le diverse texture delle superfici, realizzando una “copia fedelissima”, fin nell’effetto granulato proprio della porosità del metallo corroso dal tempo. Una copia che comunque non vuole essere un falso ma avere carattere e dignità artistica proprie, tali da reggere il confronto con l’originale.

Terminato il modello, il lavoro è proseguito nelle officine della Zecca con la preparazione delle forme per la fusione “a cera persa indiretta”, utilizzando la stessa metodologia applicata dal V secolo a. C. Il modello del cavallo è stato suddiviso in 17 parti e quello del cavaliere in 14, ripetendo le partizioni utilizzate in antico per l’originale. Particolare cura fu posta nel determinare lo spessore della cera e quindi della fusione finale, perché la riproduzione non superasse il peso dell’originale (2600 chilogrammi) e potesse quindi essere collocata senza problemi sul basamento michelangiolesco.

Nella fonderia della Zecca è stata realizzata la fusione delle 31 parti del monumento con un processo svolto secondo le tecniche tradizionali e impiegando una lega in bronzo costituita per l’88% di rame, per il 7% di stagno e per il 5% di zinco. Questa fase richiede una particolare perizia da parte dei fonditori perché è dalla rapidità degli operatori e dal coordinamento di ogni azione che dipende in gran parte la buona riuscita delle fusioni; tra le fusioni più impegnative è stata quella del busto dell’Imperatore realizzato in un’unica forma da 8 fonditori con tre portanti (del crogiolo col metallo fuso) che versano con sincronismo perfetto nei due imbocchi della forma 240 chili di metallo liquido.

Alla fusione sono seguiti gli interventi di finitura (sabbiatura, poi i ritocchi di cesello fatti a mano dei 12 allievi della Scuola ed infine la patina, che esalta l’effetto coloristico del bronzo). E’ seguito l’assemblaggio con la ricomposizione delle parti del monumento e, dopo i controlli, il posizionamento del cavaliere sul cavallo e la saldatura definitiva. Ed infine la “copia fedelissima” è stata posizionata e ancorata al basamento michelangiolesco a ricostituire l’unicità della piazza del Campidoglio in Roma.